Cosa fare quando si è vittime di un incidente e, per colpa delle conseguenze, non si può svolgere il proprio lavoro per un certo periodo? I casi come questi possono riferirsi sia agli infortuni lavorativi, sia a quelli extralavorativi, che vanno notificati all’INPS attraverso i moduli As1 e As1bis, affinché si possa ottenere l’indennizzo corrispondente. In questo articolo vediamo tutto ciò che bisogna sapere su questi tipi di casistiche, incluse le quote di indennizzo.

Che differenza c’è tra infortunio lavorativo ed extra lavorativo?

Si parla di infortunio lavorativo in tutti quei casi direttamente correlati all’ambito del lavoro, ovvero agli incidenti che avvengono non soltanto quando si sta svolgendo un compito o una mansione sul luogo di lavoro, ma anche se ci si sta dirigendo verso di esso o si sta tornando a casa alla fine del turno. Inoltre, sono inclusi anche i casi relativi allo spostamento da un luogo di lavoro a un altro, oppure quelli correlati al tragitto verso e da un luogo di ristorazione, quando non è presente la mensa aziendale. Quindi, in una giornata tipo, un lavoratore è coperto dall’assicurazione INPS per infortunio lavorativo dal momento in cui esce di casa per andare direttamente a lavorare, fino al suo ritorno. Questo vale per una gran quantità di casi, tra i quali rientrano anche le conseguenze di sforzi eccessivi o il contatto con sostanze tossiche, senza dimenticare gli incidenti causati dal lavoratore stesso per negligenza o imperizia.

Un esempio concreto di infortunio extra lavorativo, invece, può essere quello nel quale, mentre si è in gita con la famiglia o gli amici, sfortunatamente ci si frattura un arto. Questo viene successivamente ingessato e, così, reso inservibile per un lasso di tempo, generalmente per non più di 40 giorni più l’eventuale riabilitazione. Nonostante i casi come questo esulano completamente dall’infortunio lavorativo, sono considerati di una gravità tale da impedire al lavoratore di svolgere i suoi compiti. Pertanto, l’INPS li considera alla stregua della malattia e si occupa di quella che normalmente viene chiamata la mutua, che permette al lavoratore di percepire una retribuzione nonostante sia momentaneamente inefficiente.

Quanto è pagato e quanto dura l’infortunio lavorativo

L’infortunio sul lavoro viene pagato innanzitutto dal datore di lavoro, che deve coprire i primi 4 giorni, compreso quello in cui avviene l’infortunio stesso. Il primo va considerato come una normale giornata lavorativa e pagato al 100%, ma i tre successivi, nei quali sono compresi anche i sabati e le domeniche, sono retribuiti al 60% e vengono definiti “periodo di carenza”. Dal quinto giorno fino alla fine del periodo di assenza dal lavoro, ovvero fino alla completa guarigione dell’infortunato, l’indennizzo spetta all’INAIL secondo le seguenti percentuali:

  • il 60% della retribuzione fino al 90° giorno, festivi compresi
  • il 75% della retribuzione dal 91° giorno in poi, festivi compresi

Occorre tenere in considerazione che l’indennizzo INAIL per infortunio sul lavoro non è cumulabile con l’indennità di malattia INPS. Inoltre, dal 13 gennaio del 2018, l’infortunio lavorativo è disciplinato dal controllo medico fiscale INPS secondo il DM 2016/17.

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