Il dibattito sul Reddito di Cittadinanza, introdotto durante il governo Conte I, è stato recentemente riaperto. Questo a causa di Matteo Renzi, il leader del partito Italia Viva, che è tornato ad additare il sussidio in questione, trovando sostegno soltanto da Matteo Salvini. Ma quanti italiani hanno usufruito del Reddito di Cittadinanza? Cosa dicono i dati del rapporto annuale dell’INPS e il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando? Approfondisci tutti questi argomenti nell’articolo che segue.

Renzi e Salvini si battono contro il Reddito di Cittadinanza

Matteo Renzi è tornato a fare leva sul sostegno contro la povertà, entrato in vigore nel 2019, promettendo una raccolta firme per ottenere un referendum abrogativo. A sostenerlo ci sono anche le parole di Matteo Salvini, che dai suoi canali social ha detto la sua, dimostrando una conoscenza piuttosto limitata della situazione reale. Con la superficialità che ha caratterizzato molti suoi interventi, infatti, commenta: “Ci sono buoni segnali per la ripartenza del turismo. Gli imprenditori mi dicono però che faticano a trovare lavoratori perché c’è chi preferisce stare a casa col #redditodicittadinanza. Questo vuol dire che bisogna rivederlo perché, anziché creare lavoro, sta creando problemi”.

Eppure, nonostante l’ex esponente del PD sembri esserne del tutto ignaro, c’è la legge 352 del 1970 a parlare chiaro. Infatti “Non può essere depositata richiesta di referendum nell’anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione di una delle Camere medesime”. Tempismo tutt’altro che perfetto, insomma, dal momento che la legislatura scadrà a marzo 2023, rendendo irrealizzabile l’idea renziana.

Cosa emerge dal 20° rapporto annuale dell’INPS

In un panorama tanto desolante come è, oggi, il mercato del lavoro italiano, nel quale gli impieghi sono già da anni precari e spesso non permettono di raggiungere la fine del mese, il Reddito di Cittadinanza può rappresentare un’alternativa che fa la differenza. L’ha dichiarato lo stesso presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, che l’ha definito “un’ancora di salvataggio, uno strumento di inclusione sociale prima di tutto, una leva contro la regressione nella povertà assoluta”. A conti fatti, e visto lo stato pandemico ancora in corso, continua parlandone come di “una tutela contro il peggioramento delle condizioni di povertà e deprivazione nel periodo della crisi, fortunatamente introdotta prima della fase pandemica e rafforzata, nella sua copertura, dall’introduzione temporanea del reddito di emergenza”.

Le parole del Ministro del Lavoro Andrea Orlando

In merito non solo al rapporto INPS, ma anche al dibattito sollevato nuovamente da Matteo Renzi, che lo vorrebbe abrogare con un referendum nel 2022, si è espresso anche il ministro Orlando. “Invito a leggere il rapporto prima di parlare del reddito di cittadinanza”, ha dichiarato, “la discussione appare a un tasso di strumentalità che fa sospettare che si sia in procinto di attuare una pericolosa, sbagliata campagna contro i poveri e di criminalizzazione della povertà. Se così fosse non sarebbe utile al Paese, che ha bisogno di pace sociale, di coesione e non ha bisogno di riaprire fratture profonde. Ha bisogno di migliorare, non di destrutturare, e non di aprire conflitti laddove non è necessario”.

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